LA PLASTICA

 

Cos'è
La plastica è creata in laboratorio dall'uomo: è ricavata dal petrolio con complessi processi di lavorazione.
Basta pensare agli oggetti contenuti nella nostra borsa o a ciò che usiamo ogni giorno per scrivere, mangiare, bere, lavorare e divertirci per avere un'idea della diffusione della plastica nella nostra vita.
Le materie plastiche sono oggi molto richieste come materiale da imballaggio e nelle confezioni per bibite (spesso sotto forma di poliaccoppiati, insieme a cartone o alluminio, come per il latte, i succhi di frutta, ecc.).
La plastica non è però un prodotto naturale, quindi non è biodegradabile: sopravviverà per milioni di anni. Si disperderà per l'ambiente, il più delle volte imprigionando animali e piante: su 16 milioni di rifiuti raccolti in mare, oltre la metà sono costituiti da bottiglie, contenitori in plastica e sportine di plastica che soffocano i pesci.
Se la plastica è un materiale quasi "eterno", perché viene utilizzata per costruire oggetti e imballaggi che dopo l'uso vengono immediatamente gettati nella pattumiera (pensiamo ai rasoi usa e getta, ai piatti in plastica, alle confezioni di alimenti)?

Un po' di numeri...
In Italia la plastica rappresenta il 16% degli RSU. Dato che carta e cartone raggiungono il 28% capiremo perché è all'ordine del giorno il problema dell'impatto ambientale di contenitori e imballaggi usa e getta in carta e plastica: insieme nel 1995 rappresentano il 44% del totale in peso degli RSU e oltre il 50% del volume (nel 1975 rappresentavano meno del 20% del totale)!
Se la plastica viene bruciata nell'inceneritore c'è il pericolo che si liberino nell'atmosfera sostanze dannose per la nostra salute, come la diossina; se si accumula in discarica la ritroveremo per sempre nell'ambiente ed anche l'interramento può liberare sostanze nocive come Cl2 e metalli pesanti, che possono essere già presenti nel composto o essere contenuti nei pigmenti usati per colorare e stampare l'oggetto.

Il riciclaggio
La plastica non è tutta uguale: sono diversi i gradi di pericolosità e di riciclabilità.
Fate caso ai diversi simboli riportati sulle bottiglie e sui contenitori in plastica: PP, PVC, PE, PP, PET. Queste sigle indicano una specifica composizioni dei polimeri. Ecco le più diffuse nei nostri supermercati e nella nostra pattumiera:

  • P.V.C. Cloruro di polivinile. E' il tipo di plastica più pericoloso. É' un polimero con buona permeabilità all'acqua e ai gas, per questo è il più diffuso nelle applicazioni biomediche (fiale, sacche per drenaggi, cateteri, ecc.) e nel settore dell'edilizia. Viene utilizzato anche per le bottiglie, flaconi di detersivo, shampoo, cosmetici, sacchetti della spesa, confezioni delle uova e dei cioccolatini.
    Per le sue caratteristiche il P.V.C. è difficilmente riutilizzabile. Uno smaltimento non corretto può essere molto pericoloso: la combustione del PVC libera composti cancerogeni a base di cloro (diossine e furani) e genera acido muriatico in forma gassosa, uno dei responsabili delle piogge acide.
    Da diverso tempo si chiede che non ne venga consentito l'uso per gli alimenti.
  • P.E. Polietilene. I principali manufatti in polietilene sono: sacchetti per la spesa e per la spazzatura, flaconi di shampoo, detersivo, ecc., teloni agricoli, taniche, tappi per spray, secchi per vernici e per la spazzatura. É un materiale straordinariamente riciclabile grazie alla facilità di riutilizzo degli scarti di produzione e alla sua scarsa degradabilità.
  • P.P. Polipropilene. É impiegato nel settore medico (siringhe monouso), in quello degli elettrodomestici e per la fabbricazione di stoviglie e secchi per vernici e spazzatura.
    I principali tipi di manufatti in P.P. sono: bicchieri di plastica, yogurt, nastri adesivi, bottiglie, ecc.
    Insieme al P.E. costituisce il 60% della plastica contenuta nella spazzatura.
  • P.E.T. Polietilene tereftalato. Il P.E.T. è la tipica plastica delle bottiglie d'acqua e di altre bevande gassate.
    Viene inoltre utilizzato per: film per alimenti, palloni sonda, tessuti, bicchieri.
  • P.S. Polistirene. Nella sua forma espansa è impiegato nell'edilizia per il suo potere isolante. I principali manufatti in P.S. sono: astucci, scatole, sottotorte, contenitori per formaggi, vaschette per frigoriferi, giocattoli, pettini, articoli musicali, ecc.

Il riciclaggio dei contenitori di plastica per liquidi, può essere effettuato in diversi modi.
Per ottenere oggetti in plastica omogenea si devono separare i contenitori in base al polimero con cui sono stati realizzati (P.E.T., P.E., P.V.C.).
Se non viene fatto un processo di selezione si produrranno oggetti in plastica riciclata eterogenea.
In entrambe i casi, i contenitori raccolti subiscono un primo processo di trattamento per l'estrazione di eventuali rifiuti di altro tipo, il lavaggio, la macinazione e la loro successiva lavorazione.

Il riciclaggio energetico
Un'altra strada è rappresentata dal recupero energetico; i contenitori in plastica possono essere usati come combustibile alternativo in centrali termoelettriche.
Per ottenere la plastica omogenea è necessario un procedimento di selezione delle varie famiglie polimeriche, oggi sempre più affidato a sistemi automatici. Da questo procedimento è possibile ottenere 4 frazioni diverse, avviate in modo separato al riciclaggio: P.E.T. colorato e trasparente, P.V.C. e P.E.

  • Il P.E. riciclato viene utilizzato per la realizzazione di contenitori per detergenti con uno strato di materiale riciclato pari al 25% della bottiglia. Altri utilizzi riguardano tappi e pellicole per sacchi della spazzatura.
  • Il P.E.T. riciclato viene utilizzato (mischiato con il polimero vergine) per la produzione di nuovi contenitori trasparenti per detergenti. Altri possibili campi di applicazione sono quelli della fibre per realizzare, ad esempio, imbottiture, maglioni, pile, interni per auto.
  • Il P.V.C. riciclato viene impiegato prevalentemente nel settore edile per la produzione di piastrelle, tubi, raccordi, ecc.
  • La plastica riciclata eterogenea, invece, viene impiegata di solito per la produzione di elementi di arredo urbano (panchine, recinzioni), giochi per bambini, cartellonistica stradale.

La strada del recupero energetico è di pari interesse rispetto a quella del riciclaggio fisico. Dai contenitori per liquidi, previa selezione, si possono ottenere prodotti che sono combustibili molto puri ad alto potere calorifico, perché fanno parte a tutti gli effetti della categoria degli idrocarburi.
In altri casi i rifiuti di plastica, opportunamente trattati, possono essere utilizzati come additivo per il bitume stradale.
Anche se il recupero della plastica ha notevoli vantaggi dal punto di vista ecologico, riciclare le bottiglie di plastica è molto costoso in quanto le campane per la plastica sono piene al 97% di aria.

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